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Cacioricotta di capra garganica
Il nome di questo formaggio deriva dalla tecnica di produzione. In particolare, il riscaldamento del latte fino a quasi 100° C permette la raccolta contemporanea del formaggio (cacio) e delle sieroproteine (ricotta).
L'area di produzione comprende anche i comuni di Accadia, Bovino, Deliceto, Panni, Monteleone.
Il latte crudo di razza Garganica viene filtrato con un telo di cotone od un colino a rete fine. Successivamente, si procede con il riscaldamento della massa a 80° C. In seguito, quando la massa raggiunge la temperatura di 36-38° C, si aggiunge il caglio bovino. La rottura della cagliata viene fatta con uno spino di legno e la massa viene ridotta in granuli delle dimensioni di un chicco di riso. Al termine della rottura si procede con la messa in forma. La salatura delle forme viene effettuata a secco con l'impiego di sale grosso. Il formaggio può essere consumato fresco da tavola o come tipologia da grattugia.
Il cacioricotta ha una forma cilindrica (peso 700-1000 g); la crosta, tipicamente rugosa con rilievi dovuti alla fuscella, è di colore bianco;
Le forme più fresche si presentano morbide e l'aroma di capra è prevalente, mentre diminuisce in quelle più secche e stagionate adatte alla grattugia ma non al consumo da pasto.
Il cacioricotta viene tagliato a spicchi longitudinalmente alla forma o usato intero per la grattugia
Non si può parlare di stagionatura vera e propria nel caso del Cacioricotta ma di essiccamento all'aria. Nel caso del consumo da tavola il formaggio può essere utilizzato subito dopo la salatura (2 - 3 giorni) mentre per il consumo da grattugia rimane ad essiccare per 15 giorni circa.
Questo formaggio può essere abbinato a vini bianchi freschi.
Il clima arido e la roccia affiorante rendono i pascoli del Gargano adatti a pochissime razze animali, capaci i utilizzare al meglio questa risorsa povera. Ma dalla povertà stessa risulta una ricchezza di aromi che si ritrovano nei prodotti caseari di questa terra.
La capra Garganica è la capra rustica per eccellenza. Sfrutta, mirabilmente, i pascoli scadenti del Gargano; deriva da incroci tra popolazioni locali e popolazioni caprine dell'Ovest Europa. Il suo vello è nero con riflessi castani, le corna sono presenti sia nei maschi che nelle femmine.
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