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Tremiti, come è profondo il mare

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È qui che Lucio Dalla ha composto la sua canzone, sulle isole che ha protetto fino alla fine. Perché questo è ancora uno dei luoghi più belli d'Italia. Da andarci anche solo per un week end

Da una manciata di pietre che il re di Argo lanciò casualmente dal promontorio del Gargano. È così che sono nate le isole Tremiti, o meglio Diomedee, come insegna la leggenda. Il nome deriva dal loro fondatore Diomede, l’eroe omerico che raggiunse l’Italia mentre scappava in nave dalla Tracia per una vendetta d’amore di Venere. Mito o storia che sia, questi massi sono diventati uno degli arcipelaghi più affascinanti d’Italia: con la verdissima San Domino, la piccola e rocciosa Cretaccio, San Nicola con l’abbazia-fortezza di Santa Maria a Mare e la deserta Capraia. A 12 miglia ad est c’è anche Pianosa, riserva marina dalla fine degli anni Ottanta in cui è vietata la balneazione.

Su questi scogli emersi dal mar Adriatico la natura regna ancora selvaggia, l’acqua da secoli continua a scavare le loro pareti calcaree creando grotte marine e lagune di rara bellezza. Non sarà un caso che Lucio Dalla abbia scelto queste isole come seconda casa. Le sue estati le passava qui, tra le sue due ville, una San Domino e l’altra a San Nicola, quasi a non voler far torto a nessuna delle due isole sorelle. È proprio qui che il poeta della musica italiana ha composto alcune tra le sue canzoni più belle come 4 marzo 1943 e Come profondo il mare. Anche se “zio Lucio” (come lo chiamavano gli isolani) adesso non c’è più, la sua presenza si percepisce ancora, i tremitesi non l’hanno dimenticato e parlano volentieri di lui, non perdete l’occasione di farvi raccontare qualcosa della vita di Dalla e di quello che ha fatto per difendere queste perle dell’Adriatico. Una tra le sue ultime iniziative fu un concerto nella piazzetta di San Domino, nel 2011, con alcuni amici tra cui Renato Zero, Gigi d’Alessio e il suo fedele Marco Alemanno per promuovere una campagna contro la trivellazione petrolifera di questa area incontaminata. Mare cristallino, paesaggi intatti, divertimento notturno e relax, un weekend tra queste isole non vi farà rimpiangere mete più famose. Le Tremiti possono essere raggiunte facilmente dalla terraferma: in poco meno di un’ora con il traghetto dalle coste del Molise e della Puglia (dipende anche dalle condizioni del mare) e in 20 minuti in elicottero, dall’aeroporto di Foggia.

SAN DOMINO Il primo punto d’attracco è San Domino, la più grande e turistica delle isole, qui si trovano le principali strutture ricettive e i locali notturni. Il primo giorno dopo la sistemazione in albergo potreste dedicarlo ad esplorare le sue viuzze e fermarvi a cenare in uno dei ristorantini tipici, sono tutti specializzati in menù a base di pesce. Prima di andare a dormire merita un passaggio la terrazza panoramica per ammirare San Nicola illuminata di notte.

Il mattino successivo è per il primo tuffo. Se preferite la sabbia l’unica spiaggia si trova nei pressi del porto, altrimenti si possono seguire le indicazioni per Cala Matano o per Cala del Pigno, due conche lunghe e strette, in estate spesso affollate dai bagnanti. Portate  delle scarpette di plastica per camminare più facilmente sui ripidi scogli.E trovate un posto tutto per voi. Davanti al mare.

IN BARCA Il mare più bello delle Tremiti lo si vede muovendosi con la barca. Trovarne una non sarà difficile: dal porto di San Domino ci sono imbarcazioni che partono ogni giorno per scoprire le grotte e insenature di questo gioiello naturale. Spesso sono i pescatori del posto a guidarvi nelle escursioni, questo vi garantisce uno spuntino di pesce fresco, a base di ricci, cozze e vongole, il più delle volte pescato in diretta. Si parte con la grotta "delle viole", seguita da quella “delle rondinelle” e così via sino al famoso "bue marino", un’altra cavità chiamata così perché un tempo era abitata dalle foche marine. La gita in barca prosegue alla scoperta delle conformazioni che il lento lavorio di vento e di mare ha creato nella roccia: vi sorprenderà lo scoglio dell'Elefante. E poi ovviamente il bagno. Concedetevi qualche minuto in ammollo per alzare lo sguardo e godervi lo spettacolo delle falesie, delle vere architetture naturali. Una tra tutte è la Ripa dei falconi, famosa anche perché qui nidificano il falco pellegrino e le Diomedee, rari uccelli di mare il cui canto notturno, secondo la tradizione, sarebbe il lamento dei soldati per il loro eroe perduto Diomede.

CAPRAIA E SAN NICOLA
L’ultimo giorno vi aspettano l’isola di Capraia e San Nicola. Gli appassionati di immersioni tra i fondali dell’isola di Capraia possono far visita all’enorme statua di Padre Pio, si dice che sia la più grande scultura sottomarina al mondo ed è stata collocata qui nel 1998. Sulla superficie, invece, Capraia è prevalentemente rocciosa, con qualche macchia di verde data da lentisco e capperi, da cui deriva il suo nome. Qui potete rinfrescarvi tra le acque di cala dei Turchi o Pietre di fucile, due tra le più belle insenature incastonate tra le rocce.

Dopo pranzo la meta è San Nicola, per raggiungerla da San Domino bastano pochi minuti si può prendere un taxi-scafo che in pochi minuti vi porterà sulla costa di quest’isola fortezza. Passeggiare qui al tramonto ha un fascino irresistibile, quando il sole inizia a calare tutto assume un colore rosato. Visitate l’abbazia di Santa Maria a Mare del XI secolo, il castello dei Badiali sino ad arrivare alla tomba di Diomede, dove la tradizione vuole che sia stato sepolto l’eroe acheo. Prima di ripartire fate un salto al Torrione da nonna Sisina, custode di una parte della storia di quest’isola, vi accoglierà con i suoi  racconti, per esempio su quello che accadeva qui durante il fascismo quando San Nicola era un luogo di confino.

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