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Peschici: 'Niki Vendola l'abbazia di Kàlena non deve morire!'

destinazionegargano.it

Rauzino:  aiutaci aggiungendo il tuo nome. Il nostro obiettivo è raggiungere 3.000 firme e abbiamo bisogno di più supporto. Puoi leggere e firmare la petizione qui:

https://www.change.org/it/petizioni/nichi-vendola-l-abbazia-di-k%C3%A0lena-non-deve-morire?recruiter=26983544&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=petition_invitation

In Italia non si sgretolano soltanto Pompei o il Colosseo ... ma anche monumenti- simbolo del Gargano come l'abbazia di santa Maria di Kàlena, in agro di Peschici (Foggia).
Le piogge incidono ... eccome se incidono! E si cerca, anno dopo anno, al massimo di porre rimedio con qualche pietra e un po' di malta...
Non è più possibile assistere inerti a questo scempio!
Il Centro Studi “Giuseppe Martella” si fa portavoce di un vasto movimento di opinione pubblica per sollecitare un intervento risolutivo (l'esproprio per pubblica utilità) da parte del Ministero dei beni culturali, della Regione Puglia, del Comune di Peschici e delle Istituzioni preposte alla tutela, per ridare dignità a un'abbazia che la Legge 1089 del 1939 e tutte le leggi successive sui beni culturali hanno dichiarato "sottoposta a tutela".
Una tutela completamente disattesa, in tutti questi anni, dai proprietari che usano Kàlena come deposito di macchine agricole e da chi era preposto istituzionalmente a vigilare sul monumento, in primis la Soprintendenza regionale.
L’abbazia e le due chiese, un tempo luogo di culto di grande interesse storico-culturale, testimonianze irripetibili dello "spirito dei luoghi", oggi  versano in uno stato di indicibile abbandono. I tetti, ormai inesistenti, mettono in evidenza capitelli ed affreschi che  le intemperie e l’umidità stanno cancellando lentamente, parti preziose in irreversibile disfacimento.
Dopo 17 anni di innumerevoli tentativi di accordo andati a vuoto, e di cospicui finanziamenti ministeriali e regionali stanziati e immancabilmente perduti, l’esproprio è ormai l’unica strada percorribile con un progetto di pubblico utilizzo che allontani programmi speculativi da parte dei possessori (un progetto di relais o "dimora di charme" con 6 suite a cinque stelle, campo da golf, centro benessere, etc, azzeramento del valore religioso e storico delle due chiese segnalate dagli storici dell'arte di tutto il mondo, da trasformare in reception e sala convegni).
L'intero complesso dell'abbazia di Kàlena deve tornare alla collettività di Peschici e degli innumerevoli "cittadini del mondo" che la scelgono ogni anno come "luogo del cuore" o semplicemente per  trascorrere le loro vacanze e trovano le porte di Kàlena sempre chiuse! L'apertura è infatti concessa soltanto per un giorno all'anno (l'8 settembre)!
Kàlena deve entrare nella politica di recupero e di valorizzazione del patrimonio storico-culturale italiano ed europeo, oltre che della Puglia e del Parco Nazionale del Gargano, per tornare a far parte di quel " libro aperto"  su cui si possa ancora continuare a leggere la nostra storia.
Pietro Giannone fa risalire la fondazione dell''abbazia all’872, ma Santa Maria di Kàlena pare sia ‘figlia’ di una comunità basiliana approdata da queste parti dall’area greco-turca. Ben presto l’abbazia venne fortificata a difesa e baluardo contro le numerose invasioni, e assunse il ruolo di centro spirituale e materiale, controllando territori sempre più estesi. Nel 1023 il Vescovo di Siponto la assegnò come pertinenza all' Abbazia di Santa Maria di Tremiti, dalla quale si svincolò, anche se provvisoriamente, riguadagnando la sua indipendenza. Nel tempo i suoi beni si estesero ben oltre l’area garganica: nel 1420, possedeva trenta chiese, con relativi possedimenti di estesi territori coltivati, un numero imprecisato di molini, case, oliveti, ai quali si aggiungeva il diritto sul pescato del lago di Varano oltre ai diritti feudali sulla città di Peschici.
Dal momento della presa in consegna da parte dei privati, l’abbazia si è avviata verso un triste, inesorabile declino.
Ma Kàlena, un simbolo della storia e dell'arte del Gargano, non può e non deve morire! Liberiamo l'abbazia prigioniera!

Teresa Maria Rauzino
Presidente Centro Studi "Giuseppe Martella"  








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