Il tratto tra Vignanotica e Vieste racconta odori e profumi di Puglia unici dove s’incrociano ancora natura, architettura e ambiente nella sua dimensione più antica, quella Greca
La Puglia, vista dal mare, in questi giorni, prossimi alla primavera, ha un’altra dimensione. Dal mare tutto è piccolo; l’unico modo per orientarsi e capire dove si è, è dato dalla conoscenza delle architetture fuori scala che costellano gli ottocento chilometri di costa, ora alta e rocciosa, ora bassa e sabbiosa, ricca di Castelli, Torri, Cattedrali.

La costa, vista dal mare, salpando dal porto di Trani in barca a vela in direzione nord, appare nel mare blu del mattino lunga e scura con una parete bianca, altissima a strapiombo sul mare: è Vignanotica. La spiaggia si è creata dallo sbriciolamento della parete rocciosa nel tempo. La gente del posto e i pescatori la chiamano la spiaggia del Vallone di Vignanotica; una grande parete bianca, candida; fronte sul mare della valle, ricoperta da una fitta macchia mediterranea composta di pini, eucalipti e lentischi.

Facendosi spingere dal vento, verso nord, si raggiunge Baia delle Zagare dove, il profumo dell’aria e i Faraglioni nel mare, posti a guardia della costa, indicano un luogo unico. Il vento spinge ancora avvicinandoci alla piccola e suggestiva Cala della Pergola prima di raggiungere una località che il Portolano, oltre ad alcuni forti segni architettonici e naturali, indica come Pugnochiuso. Questa sequenza di luoghi, natura e architettura suggerisce associazioni libere tra forme naturali e ambiente racchiuse in toponimi d’invenzione sintetica; infatti, la forma della spiaggia, dal mare appare come un pugno chiuso gigantesco accentuato dal fitto bosco che la circonda.

Le emozioni visive di questo paesaggio in movimento sono uniche, lente, in un mare calmo di fine inverno che allude alla calda primavera in arrivo. Avvistiamo la Spiaggia di Portogreco; il mio amico skipper Mimmo racconta che il nome deriva dall’omonima Torre visibile sulla costa, una delle tante erette nel XVI secolo per avvistare le navi dei Turchi. Risalendo verso nord incontriamo la Testa del Gargano; è il punto del promontorio che si spinge nell’Adriatico, verso est, allungandosi e abbassandosi gradatamente nel mare dove, nella roccia, il tempo e il mare hanno scolpito lo scoglio di Pizzomunno, una singolare roccia bianca monolitica modellata dal vento nell’acqua blu, in prossimità dell’arenile.

Il tempo e il mare hanno scolpito lo scoglio di Pizzomunno, una singolare roccia bianca monolitica modellata dal vento nell’acqua, in prossimità dell’arenile<
Il tempo e il mare hanno scolpito lo scoglio di Pizzomunno, una singolare roccia bianca monolitica modellata dal vento nell’acqua, in prossimità dell’arenile<
Siamo a Vieste, in tempi antichi questo luogo si chiamava Apeneste, oggi è il luogo di maggior rilievo turistico sul mare del Promontorio del Gargano. Il Borgo marinaro ha una conformazione naturale lunga verso il mare; sembra una lingua di roccia bassa e abitata da case di pescatori, vicoli e scale che s’infittiscono sulla penisola di San Francesco, intorno al Castello Svevo; forma architettonica forte e visibile dal mare in modo inconfondibile. Attracchiamo nel porto peschereccio per rifornire la cambusa. Mimmo mi racconta che nel centro storico, nei pressi della cattedrale c’è una pietra storica chiamata Chianca Amara, una pietra su cui fu trucidato dal corsaro ottomano Dragut, nel 1500, un consistente numero degli abitanti di Vieste. Segni indelebili di storie forti delle incursioni Turche.

C’è un altro luogo che mi è stato indicato da un vecchio pescatore sul molo. E’ il Museo Malacologico, una piccola ma ricca collezione di conchiglie raccolte dal mare e provenienti da molti luoghi del mondo marino. Ho scoperto forme, colori e materiali naturali, cogliendo una natura della Puglia legata al mare, ai ricci d’ogni dimensione asciutti e senza aculei, a conchiglie con colori e forme naturali uniche. Elementi nuovi e sensazioni tattili che sommati al vento, all’acqua di mare, al sapore del sale, al sole forte di mezzogiorno, all’aria tersa e limpida, all’odore della macchia mediterranea, al profumo degli scogli, dei frutti di mare, delle alghe e del pesce pescato nel tratto tra Vignanotica e Vieste raccontano odori e profumi di Puglia unici dove s’incrociano ancora natura, architettura e ambiente nella sua dimensione più antica, quella Greca.

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