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San Marco in Lamis: il ritorno della New Generation Quartet di Armando Bertozzi
Il concerto avrà luogo domenica 22 dicembre alle ore 20.30 presso la sala teatro dell’Istituto "Giannone" in San Marco in Lamis (Foggia). Prevista la presenza del trombettista FABIO MORGENA e del chitarrista flamenco RICCARDO ASCANI per una serata che si annuncia storica.
Il ritorno di Armando Bertozzi (foto) con la sua New Generational Jazz Quartet avviene in un momento in cui il paese sta attraversando un buon periodo di fermento per ciò che attiene alle varie attività musical – culturali, che fanno invece da contraltare alle modeste e inusitati atmosfere pre natalizie messe in campo dall’amministrazione comunale e dai vari esercizi commerciali. Nel momento in cui nei pochi ed accoglienti locali, esercizi e music club appena sorti, sta crescendo la domanda di musica d’intrattenimento di qualità, a fronte di una richiesta sempre più qualificata e diversificata, in un contesto in cui comunque è sempre stata forte l’attenzione verso la musica, fuori dai locali il paese sembra vivere melanconicamente la sua esistenza più surreale.
Il celebre polistrumentista ci ritorna dopo un anno esatto dall’ultima data del suo concerto-debutto sulla scena sammarchese, come si è visto e come ho già scritto a suo tempo, al margine di un commento, sempre particolarmente molto ricettiva verso la musica jazz, in passato come oggi, per strani motivi che non so spiegare ma che registro con soddisfazione.
Di Armando Bertozzi, originario di Ravenna, ci basta ricordare che è considerato uno dei migliori percussionisti del mondo, inventore del metodo “poliritmico; ha ottenuto i maggiori riconoscimenti negli Stati Uniti a partire dal 1981, incontrando tra gli altri quelli che vengono considerati alla unanimità i migliori batteristi del mondo d’estrazione jazz come Max Roach e Tony Williams, ma anche il grande Jaco Pastorius, bassista innovativo,artefice della fusion, con il quale instaurò un rapporto di proficua collaborazione.
FRACCHIA-2La band invece, rispetto all’anno scorso, ha sostituito solo il contrabbassista Christian Pepe al posto di Andrea Caruso, il resto è rimasto intatto. Ci sono Fabio Rigoli al piano e, soprattutto, Antonio Aucello, il prodigioso sassofonista sammarchese che ha già dato prova di possedere uno timbrica personale, forgiato in tanti anni in scena accanto a Bertozzi , che tuttavia rimane un po’ il punto di attrazione maggiore dell’intero ensemble e non solo per mera questione campanilistica, anche se sarà fatalmente, com’è ovvio, il percussionista l’icona principale della serata, il maestro emiliano che con i suoi tamburi e i suoi poliritmici accordi ( e la sua simpatia ) proverà anche questa volta ad ammaliare la platea. Naturalmente un momento di notorietà l’avrà pure la famosa Fracchiabum , tamburo a forma conica ideato e realizzato da Matteo Aucello, assunto sin dall’anno scorso a simbolo della manifestazione per la curiosa linea originale e l’inedita forma oltre per il peculiare timbro asciutto che possiede, che il maestro avrà modo di deliziarci nel corso della serata.
Degli altri musicisti Christian Pepe, proviene da Bologna ed ha, nonostante la giovane età, un notevole bagaglio di esperienze sulle spalle avendo suonato in molte parti d’Italia ma soprattutto nell’area bolognese accanto a musicisti jazz di chiara fama. Lo stesso possiamo dire di Fabio Rigoli, elegante pianista dagli impulsi lunatici, insuperabile nel dare corpo all’improvvisazione con rigorosi e puntuali interventi alle tastiere, qualità peraltro già riscontrate l’anno scorso in teatro per chi era presente.
Degli ospiti Fabio Morgana, napoletano, famosissimo negli Stati Uniti, ha praticamente suonato con i più grandi musicisti jazz contemporanei. Trombettista geniale ispiratosi originariamente alla musica di Chet Baker, che ha incontrato, e ancor prima di Louis Armstrong, si è poi specializzato in varie accademie in Italia e all’estero. Privo della mano sinistra per un incidente accadutogli a 4 anni, Morgana ha iniziato professionalmente la sua attività di musicista entrando a 18 anni nell’orchestra di Giorgio Gaslini per trasferirsi successivamente dapprima in Europa e infine negli USA dove sono nati e cresciuti i suoi amori musicali di riferimento, Miles Davis in primis, per ragioni ovvie, e Dizzy Gillespie, il leggendario trombettista di colore che riuscì persino ad incontrarlo grazie ai buoni uffici di Enrico Rava, con il quale conserva una profonda amicizia.
Riccardo Ascani, romano, viene considerato il poeta della chitarra flamenco ma dal passato jazzistico evidente, avendovi persino vinto una targa presso l’accademia Berklee School of Music di Boston, la stessa istituzione che frequentò Armando Bertozzi, che nel 1986 vi ritornò per un seminario sui suoni poliritmici. La sua passione per la chitarra flamenco nasce nel 1992 quando decide di trasferirsi in Spagna per apprendere lezioni sull’uso dello strumento sotto la guida dei migliori maestri del genere. Dopo il ritorno in Italia inizia la sua intensissima attività di chitarrista flamenco suonando in molte band tra cui anche con Gypsie Moreno Jimenez e Manuel Santiago, considerati allora la massima espressione di questo genere di musica.
Poi nel 2002 debutta su disco con Amor Rebelde e successivamente con Byzantine, nel 2007, punti fermi di una discografia che rimane a tutt’oggi come il maggior contributo in Italia reso alla conoscenza della musica flamenco, spettacolare e sensuale, che ha sempre avuto un certo fascino misterioso per i tanti risvolti in cui confluiscono aromi e colori della terra andalusa , in un rapporto tra sensualità e musica, danza e mistero, che non ha eguali nella storia della musica e di cui la chitarra è l’anima fondante.
Quindi una serata preannunciata sotto i migliori auspici per coloro che amano la buona musica e intendono trascorrere un momento di sana partecipazione ad un evento di spettacolo d’alta classe che praticamente non ha eguali nella storia del nostro paese.
LUIGI CIAVARELLA
sanmarcoinlamis.eu
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