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Peschici: In spiaggia a Zaiana con fuoristrada

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Tutto autorizzato e pagato dal Comune. Una colata di asfalto (valore 4mila euro) per ripristinare (?) lo stato originario del costone roccioso. L’ordinanza del sindaco per rimuovere la strada abusiva diventa un finanziamento per il suo consolidamento.

Può un'ordinanza di un sin­daco per il ripristino di una zo­na naturale deturpata da un' o­pera abusiva diventare occa­sione per consolidare e am­pliare l'abuso? Sembra che sia il caso paradossale avvenuto a Peschici, per la precisione nel­la baia di Zaiana. Parallela­mente, qualche metro più giù lungo la parete della baia alla discesa che permette ai ba­gnanti di "accedere alla spiag­getta - una delle poche sul Pro­montorio garganico a non es­sere stata ancora intaccata dall'edilizia turistica - nella primavera di un anno fa spuntò prima dell'estate un' altra strada in terra battuta, scavata nella roccia. Uno sgar­ro abusivo al quale in comune di Peschici reagì con una de­nuncia verso ignoti e un se­questro del sentiero. Un se­questro dall'efficacia molto relativa, visto che poco tempo dopo furono tolti i sigilli e la strada utilizzata, come dimo­strano alcune fotografie. In più l'attuale amministrazione, insediatasi a giugno scorso, promise con una lette­ra inviata al Wwf che sarebbe intervenuta per cancellare l'a­buso. Oggi quel sentiero, rimasto per un anno e qualche mese in terra battuta, è stato cementi­ficata. Lo testimoniano degli scatti che inconfutabilmente certificano il temuto arrivo del cemento nella baia che ha resi­stito più di tutte alla progressi­va distruzione dell'ambiente. Ma non è tutto. La vera sor­presa è apprendere dal sinda­co del paese garganico Franco Tavaglione che gli ultimi lavo­ri svolti nella baia di Zaiana so­no stati finanziati dal comune. "Si è trattato di un interven­to previsto da una "mia ordinanza di ripristino della situa­zione precedente alla realizza­zione della strada abusiva", di­ce il primo cittadino. Un lavo­ro che è stato appaltato ad un'impresa e che "è costato al­l'incirca 4mila euro", continua Tavaglione. Il sindaco si dice poi sorpre­so dalla notizia che su quella strada oggi ci sia del cemento, oltre che ringhiere su entram­bi i lati, oltre a qualche panchi­na rudimentale recuperata con alcuni tronchi di giovani alberi abbattuti chissà dove. "La presenza di panchine la­scia capire che si tratta di un passaggio pedonale. Per quanto riguarda il cemento,bisogna accertarsi se fosse presen­te già prima della mia ordinan­za. Spesso si divertono a fare questi scherzettì", prova a di­fendersi il sindaco dissimu­lando male un certo imbarazzo. Anche se i fatti stessero co­me afferma Tavaglione, reste­rebbe il fatto che il contenuto dell'ordinanza di ripristino della situazione precedente all'intervento abusivo è rima­sta disattesa e l'opera non solo non è stata rimossa ma arric­chita e consolidata. La realtà però sembra essere un'altra. La larghezza del sen­tiero è tale da permettere ad un grosso fuori strada di attraversarlo senza alcun problema. D'altronde è lo stesso primo cittadino, ad ammettere che "molto probabilmente quella strada fu realizzata per per­mettete la discesa dei mezzi in spiaggia". Il sindaco non ricorda cosa prevedesse nello specifico l'ordinanza né il nome della ditta che è stata incaricata di eseguirlo. Né è chiaro se si sia trattato di un affidamento di­retto o con gara pubblica. "Per queste informazioni dovete ri­volgervi all'ufficio tecnico – commenta e poi aggiunge - In ogni caso invierò vigili urbani e dirigente per controllare quanto avete detto. Se corri­spondesse al vero: sarebbe davvero triste. Anche perchè i quattromila euro investiti per quei lavori a Zaiana avremmo potuto usarli per qualche altra iniziativa". Dall'ufficio tecnico arrivano poche parole e confuse. Il diri­gente, Massimo D'Adduzio, è colto da temporanea amnesia. "No, non ricordo quali lavori abbiamo ordinato, Non ricordo neanche a chi li abbiamo af­fidati". Una difficoltà di memoria che potrebbe essere giu­stificata in un ufficio tecnico di una grande città dove si acca­vallano migliaia di pratiche si­mili. "Si è trattato di lavori di ri­porto, nient'altro. Il cemento? Probabilmente c'era già pri­ma". Per avere almeno un pun­to fermo, qualche certezza, in questo mare di ipotesi, D'Ad­duzio assicura che svolgerà un sopralluogo. "Non sono anda­to io personalmente a control­lare il tipo di lavori svolti ma il funzionario del mio ufficio. Provvederò appena sarò in se­de, adesso sono fuori. Possia­mo risentirei domani?"

Francesco Bellizzi
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