Viaggio nell’età del bronzo in 90 metri. Visitabile fino al 16 settembre.

E’ conosciuta in tutto il mondo come “la grotta degli Dei” e c'è molto di sopranna­turale a Manaccora. Il «grot­tone» affacciato sull'omonima baia a pochi chilometri da Pe­schici, prezioso sito dell'età del Bronzo, riaperto quest'estate per permettere a centinaia di perso­ne di scoprire an­tichi riti propizia­tori della fertilità, insediamenti abi­tativi fatti di ca­panne, fabbricazio­ne di utensili con la pietra. Visitare gli oltre 90 metri di profondità della grotta significa cambiare per sempre l'approccio all'ar­cheologìa (per visite guidate associazione Mira, artefice del­la riapertura nell'ambito di Bollenti Spiriti; http://grottonemanaccora.blogspot.it). La grotta, aperta al pubblico fino al 16 settembre, è una vera «cattedrale di roccia», dice An­namaria Tunzi della Soprin­tendenza archeologica della Puglia, esperta e appassionata studiosa del sito. Gli scavi, risalenti agli anni Trenta, han­no riportato. alla luce insediamenti abitativi del Protoap­pennino, come una grandis­sima capanna di cui è possibile vedere i fori lasciati dai pali che la sorreggevano, come i calchi in pietra, ancora intatti, usati per fondere utensili in metallo e punte di lancia. Ac­canto alle forme di fusione di terracotta, calcare e arenaria, anche una grande macina e poi fuseruole, rocchetti, pesi da telaio, spolette in impasto e pettini per cardare la lana, in osso, che testimoniano un’intensa attività di matura e tessitura. Da vedere l'ipogeo Rellini­ Baurngaertel, dal nome degli archeologi che lo scoprirono all'inizio, degli anni Trenta, sbancando i muretti a secco costruiti dai pastori contem­poranei. Gli scavi portarono alla luce un ipogeo costituito da un ambiente semicircolare (il cosiddetto Annesso) che da­va accesso ad una fenditura stretta e lunga (la Grotticella funeraria). Qui si svolgevano riti di culto fortemente sim­bolici, legati alle pratiche pro­piziatorie della fertilità. Le stesse funzioni di cui c'è trac­cia nel vicino ipogeo delle Pi­gne, così chiamato perché sono state rinvenute delle pigne carbonizzate in un vasetto.

ondaradio.info