Un mare ricco di biodiversità e di reperti archeologici. Perché non farne un Parco?

Speriamo non siano andate a finire in qualche salotto le anfore di epoca romana che qualche subacqueo non proprio rispettoso dei beni archeologici un po' di mesi fa aveva liberato dal fondale roccioso che le accoglieva insieme alla nave oneraria ro­mana del primo secolo a.C. Un relitto che giace ancora con buona parte del suo cari­co nel mare delle Tremiti. Di cui però se non fosse per i soggiorni di Lucio Dalla e per il villaggio del Touring Club poco si saprebbe. Eppure è un mare da sfogliare. Co­me un libro che racconta- 2500 e più anni di storia. Per esempio, è appena stato identificato nei fondali di quest'unico arcipela­go italiano in Adriatico un brigantino au­striaco affondato nel 1825 mentre trasportava da Alessandria d'Egitto a Trieste balle di cotone e semi di lino. Ma a fior d'acqua sino al centinaio di metri delle acque che bagnano le Diomedee ci sono anche il relit­to del piroscafo garibaldino «Lombardo» affondato nel 1864, quattro anni dopo aver traghettato i Mille, mentre trasportava da Ancona detenuti alla colonia penale tremi­tese di san Nicola (ci fu rinchiuso anche Sandro Pertini) e truppe a Manfredonia; un B24 in forza agli Alleati precipitato du­rante la guerra mondiale, ora intrappola­to in una rete a strascico, visitato da pesci, abitato da molluschi. Di questo e di molto altro ci racconta un appassionato: Adelmo Sorci, istruttore su­bacqueo, presidente dell'associazione Marlin Tremiti e responsabile del suo Labora­torio del mare (www.marlintremiti.it). “E' un ulteriore ramo di questa associazione, che dal 2006 si è data lo scopo di migliorare la conoscenza dell'ambiente marino di queste isole sia sotto il profilo della biodi­versità nell'ambito della biologia marina che dal punto di vista della ricerca storica e archeologica», spiega. Ogni suo monito­raggio, ogni operazione che veda interessa­ti beni di rilevanza storica o archeologica ha sempre l'autorizzazione della Soprin­tendenza per i Beni archeologici della Pu­glia. E alla Soprintendenza oltre che agli enti territoriali competenti (siamo nella Ri­serva naturale marina delle Tremiti e nel Parco nazionale del Gargano) Sorci ha recentemente presentato un progetto che prevede l'allestimento di percorsi archelogici subacquei, con tanto di pannelli esplicativi sommersi, oltre all'allestimento di una sala museale multimediale dedica­ta all'approfondimento. Percorsi accessibi­li anche a novelli sub d'ogni età e che non abbiano mai in precedenza indossato una maschera. Perché alle Tremiti splendido e interessante è anche tutto quanto c'è di im­merso: flora, fauna, storia, archeologia, Tant'è che circa ventimila sub visitano ogni anno il suo mare. Tra le eccezionalità di queste isolette col Comune più piccolo in estensione d'Ita­lia, dodici siti archeologici, l'unica abbazia al mondo costruita in mezzo al mare (agli inizi dell'anno Mille il papa ne affidò la cura ai Benedettini) e il ponte di legno sul mare più lungo del mondo, di cui restano solo i piloni: tra il 1830 e il 1840 fu costrui­to da Ferdinando di Borbone per evitare che i detenuti di questa, che fu colonia pe­nale, si spostassero da san Domino attra­verso Caprara fino a san Nicola con barche con cui facilmente evadere prendendo il largo). C'è poi a Caprara la colonia più su­perficiale del Mediterraneo, perché a 50 metri di profondità, di corallo nero (anti­pathella subpinnata) e di un'altra specie, volgarmente il «falso» corallo nero (sava­lia savaglia), con colonie di un'età stimata di circa 2500 anni. Sorci racconta come l'allestimento di un percorso museale sottomarino del ge­nere di quello che ha proposto farebbe da sentinella, salvaguarderebbe da trafuga­menti e saccheggi relitti e reperti, flora e fauna. «Un patrimonio che in regime di autofinanziamento monitoriamo in seno al nostro Laboratorio del mare, nato con l'idea di unire ricercatori, docenti universi­tari, ingegneri, archeologi che collaborano con noi e da noi hanno l'opportunità di mettere in atto nuove strategie di studio, nuovi progetti. Cui anche altri possono poi partecipare». Soprattutto quando vie­ne controllato lo stato di salute del mare, per quel che riguarda le biodiversità, mol­to spesso il team di Martin Tremiti coinvolge i suoi allievi sub accompagnandoli a conoscere le aree protette, munendoli di la­vagnette e macchine fotografiche subac­quee. «Oltre che con la Soprintendenza e con l'Ente Parco, collaboriamo, tra l'altro, col dipartimento di Ingegneria robotica del politecnico delle Marche, con il diparti­mento di Scienze ambientali delle univer­sità di Ancona e Bologna, ,di Biologia mari­na di quelle di Bari e Lecce. Molti atenei italiani ci riconoscono come associazione in grado di poter fornire dati molto atten­dibili: unico diving italiano invitato ad un convegno del Consorzio interuniversitario nazionale delle Scienze del mare».

IL BANDO
L'associazione Marlin Tremiti, presieduta da Adelmo Sorci, lancia un bando per 4 borse di studio riservato a tutti gli studenti di laurea magistrale di età non superiore ad anni 30, in possesso di un diploma di laurea triennale in materie scientifiche. I candidati dovranno presentare un progetto di tesi di laurea magistrale inerente agli ambienti marini mediterranei. Info www.marlintremiti.it.


Maria Paola Porcelli
Corriere del Mezzogiorno

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