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Rignano Garganico: la 'Strettola', il luogo, simbolo di un' usanza non ancora dismessa

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Rignano Festa della donna, ma un po’…anche dell’amore a Rignano Garganico

L’8 marzo, festa cara alle donne, ma anche agli uomini, si rinnova a Rignano Garganico un’antica usanza, con tappa alla “Strettola”, luogo - simbolo dell'amore, di cui si è già scritto in altre occasioni e per altri motivi legati alle tradizioni.

Si tratta di un cunicolo lungo una decina di metri e largo una sessantina di centimetri e giù di lì. Qui di solito e soprattutto in questa ricorrenza si danno appuntamento i giovani e i giovanissimi del paese, per scambiarsi simbolicamente un bacio e una carezza. Lo fanno principalmente per rinnovare una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Le ragazze di solito entrano da Via Processionale, i ragazzi da Via Baronale, la strada che porta all'omonimo palazzo - castello. Quindi, a due a due si affrontano al centro della piccola arteria per l'affettuoso e piacevole scambio di effusioni, per far poi ritorno ai luoghi di partenza e cedere il passo alla coppia successiva. Nonostante la ristrettezza dei luoghi, non ci sono code e i tempi di operazione sono assai brevi. Va precisato subito che il luogo preposto si presta bene a questo tipo di iniziative (lo sanno bene i fotografi e i novelli sposi che vengono qui a posare) essendo assai suggestivo e romantico. Si trova nel cuore del centro-storico di origine e conformazione prettamente medievale, con stradine a serpentina, costellate di vicoli e vicoletti. cavernose arcate in pietra. interrotte a distanza da piazzette o larghi, attorniati dai tipici 'mugnali' in pietra di accesso ai piani superiori, dai quali si affacciavano le nostre nonne e bisnonne, per buttare giù all'amato, durante la serenata, il loro pegno d'amore. Di solito, un garofano annusato e colto dal vicino vaso, raramente un fazzolettino ricamato e profumato di lavanda, mentre al resto della compagnia dei suonatori si offriva quasi sempre qualche 'tocco' di salsiccia stagionata, una striscia di musciscka, un tarallo o uno spicco di caciocavallo podolico indurito al punto giusto. Il tutto innaffiato dal 'santo' vino locale di o di Solo più tardi, seguirà la moda dell'amoreggiamento e corteggiamento davanti all'uscio di casa, guardato a vista da genitori e parenti. Chissà, che si dicevano allora i nostri nonni, inchiodati per ore ed ore davanti a quelle porte, in cambio di qualche furtiva carezza. Una usanza, quest'ultima, che perdurò, come ricordano gli anziani, fino agli anni '50, allorché il rapporto di coppia tra i giovani diventò più stretto ed intenso, per via dell'avvento di costumi più liberali e la diffusione dell'utilitaria, alla portata di tutti i ceti, come la mitica 'cinquecento'. Il tutto generò più conoscenza diretta e sesso, a scapito dei sentimenti, diventati meno forti e più mutevoli. Un bene, un male? Chissà! Ora quelle porte sono quasi tutte chiuse, le strade deserte, in attesa di rianimarsi durante la primavera e l'estate, con il rientro degli emigrati e l'arrivo dei turisti. Ma non per questo spira aria di abbandono e di chiusura, bensì aleggia tutt' intorno una palpabile sensazione di romantico e di poesia. La pietra non è il marmo, il legno delle porte non è il ferro o l'anticorodal, il bianco a calce o il rosso della pozzolana degli intonaci non sono i colori asettici del graffiato o della pittura lavabile. Sono questi colori caldi e luminosi, resi ancor più suggestivi dalla luce, altrettanto tiepida, che filtra dalle arcate che sfociano di tanto in tanto sul suo incantevole e panoramico giro esterno. Sta qui l'originalità e la singolarità del suo centro storico, che va valorizzato ulteriormente con altre iniziative, sulla scorta del successo del Presepe Vivente, delle visite al museo di Grotta Paglicci e della Sagra della carne di capra, e così via. Per finire, il viaggio per i 'Giulietta' e i 'Romeo' nostrani si conclude spesso altrove, con tavolate, musiche e balli.

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