Ha preso il via a Rignano Garganico, il più piccolo comune della Montagna del Sole, l'organizzazione dell'edizione 2012-2013 del PRESEPE VIVENTE, che anche quest'anno avrà luogo nel centro storico di origine medievale.

Si è cominciato subito con la costituzione del Comitato che in termini metodologici ricalca più o meno la prassi delle passate gestioni: si fa prima il basto e poi l’asino. In altri termini, significa che l’organigramma è già stato nominato o si è autonominato, all’assemblea dei soci (i cittadini) spetta solo il compito della ratifica. Tutto questo, a parere di molti (specie da parte di chi milita o simpatizza con l’opposizione costruttiva di Rignano futura, capeggiata dal consigliere comunale, Angelo Resta), sarebbe del tutto sbagliato perché sottopone i designati ad una forma di sudditanza psicologica che non giova alla causa e genera inopportune e dannose antipatie. E’ già accaduto. Ad annunciare l’importante evento è un scarno comunicato diffuso in paese, con il quale si invitano i soci “…all’incontro che avrà luogo presso la sala consiliare comunale, giovedì 25 ottobre, alle ore 19,00” per convalidare quanto si è già detto: “la presentazione del nuovo direttivo” e l’organizzazione dell’evento in questione, giunto alla sua XV edizione.

Ora si spera in un ripensamento e nelle dimissioni in blocco dei nominati, sottoponendosi al bagno elettorale della assemblea. Solo allora chi sarà eletto ex-novo o riconfermato avrà tutta la forza in corpo per procedere, liberamente e senza dire grazie a nessuno per l’investitura acquisita, all’organizzazione del Presepe Vivente, la cui buona riuscita non dipende tanto dal potere vigente, quanto dal coinvolgimento convinto dell’intera cittadinanza e dalle idee migliori che prevarranno e con l’obiettivo di non ripetere pedissequamente l’esperienza del passato, ma di fare un passo avanti in più in termini di originalità e di progresso sul piano della crescita culturale indigena e su quello turistico, al fine di attirare un maggior numero di visitatori, interessati ad ammirare e fruire dei nostri beni culturali (centro storico, Museo Paglicci, tradizioni, produzione artistica, editoria e libri, ecc.) e delle bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Insomma, non si tratta di ‘commerciare’, ma di porre le basi di una rinascita che possa giovare con la sua ricaduta positiva all’intera economia del paese e ad invertire il declino.

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