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Turismo 2012: speranze e previsioni

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LE SPERANZE = Dal sondaggio emerge che i consumatori non si aspettano prezzi in discesa e neppure prezzi bloccati. Mentre tutto sale (la benzina fa scuola) e i salari sono fermi, nessuno degli intervistati si aspetta una vacanza allo stesso prezzo dell’anno scorso. Gli italiani sembrano mansueti, pacifici, moderati, incapaci di reagire. Inflazione, evasione, emergenze continue e nuove tasse li hanno preparati a un’altra stagione di aumenti che in effetti stanno arrivando e non sono quasi mai inferiori al 5 percento. Quali le variabili influenti sulla previsione 2012? Non ci sono elezioni politiche in vista, perlomeno in Italia, però ci sono continui scandali che accentuano l'interesse per i telegiornali e invitano a non allontanarsi da casa. Poi ci sono i Campionati Europei di Calcio (8 giugno-1° luglio in Polonia e Ucraina) e i Giochi Olimpici di Londra (27 luglio-12 agosto) a influenzare il movimento turistico estivo.

La meteorologia, la recessione, i conflitti interni dell'Eurozona, gli scioperi, gli scandali, l'instabilità politica europea, penalizzano il movimento turistico. Tutto indica che il 2012 non può essere un anno normale o di crescita turistica. L’estate 2012 risulterà turisticamente peggiore di quella del 2011:
1. meno turisti e soggiorni più brevi (potrebbe essere altrimenti?)
2. aumento esagerato dei prezzi di alta stagione
3. vecchi clienti per offerte datate, diminuiscono i nuovi turisti
4. più rinunce, cancellazioni, contenziosi
5. verifiche fiscali, pressioni categoriali, scioperi e diffuso malcontento.

Gran parte del campione intervistato non intende prenotare ora e afferma che lo farà più avanti. Questo significa solo che bisogna aspettare, ma anche che gli italiani non rinunceranno alle ferie, le passeranno fuori casa, lontano da casa, in parte a casa di amici e parenti, pochi in barca o in altri Paesi. Se dovessimo fare previsioni in base ai sondaggi coordinati di Ipsos e Trademark Italia diremmo una cosa. Ascoltando gli operatori turistici ne diremmo un’altra. Nel primo caso potremmo, ad esempio, citare un rallentamento delle prenotazioni, una Pasqua troppo anticipata, una variabile meteo negativa o un eccessivo costo della benzina. Nel secondo caso il Panel - monitoraggio del ‘sentiment’ nazionale ‘all’orecchio di 1450 operatori turistici delle coste italiane’, rassicura: la vacanza non è affatto rimandata, si farà comunque, potrebbe essere più corta di quella dell’anno scorso, ma se la meteorologia è buona non ci saranno sensibili contrazioni. Ma allora, se il movimento, i ricavi, la produzione, i soldi e l'industria dell'ospitalità dipendessero dalla meteorologia, significherebbe che il turismo non è un prodotto e che il "sistema nazionale di trasporti, intermediazione, accoglienza, alloggio ristorazione e intrattenimento" non ha nulla di industriale perché dipende dal tempo, dal clima, dalla pioggia, insomma è casuale. In futuro converrà immaginare qualcosa di più industriale e produttivo.

LE PREVISIONI = Dove Vanno in Vacanza gli Italiani nel 2012? Il sondaggio ci dice che, fra i potenziali turisti, più del 65 percento afferma di non avere ancora deciso dove andare e di non avere fretta di prenotare: “quest’estate si troverà posto anche in agosto, anche all'estero, anche in Grecia, Spagna, Portogallo, tanto c’è la crisi”. La maggioranza di quelli che hanno già deciso e-o prenotato dove andare (34,5 percento) tende a ritornare dove è già stato, in luoghi che conosce, nello stesso albergo, casa, condominio, campeggio o resort. Se si considerano sia le indicazioni di coloro che hanno già deciso, sia le preferenze espresse dai turisti che ancora non hanno deciso la località di vacanza, si possono delineare le proiezioni, l’andamento e la performance delle varie destinazioni nel 2012.

Prima dell’inizio della crisi globale (autunno 2008) la situazione era diversa dall’attuale. Oggi, che alla crisi globale si è sommata la recessione e la paura di possibile default, la situazione non sembra molto diversa, anche se nella primavera del 2007 la voglia di estero era molto più alta di quella misurata nel 2012. Di seguito il trend 2007-2012:
1. Sicuramente in Italia 61,9% (2007) - 68,7% (2012)
2. Forse in Italia 3,6% - 3,9%
3. Sicuramente all'estero 14,2% - 4,8%
4. Forse all'estero 13,1% - 3,5%
5. Non so/Indifferente 7,2% - 19,1%

All’interno di questi macro-raggruppamenti, emergono alcuni sottogruppi omogenei con idee ben precise:
a. il 14,7% dichiara che la vacanza ideale sarebbe “fuori dai confini”, ma le condizioni non lo permettono, resterà in Italia, forse al solito indirizzo del passato;
b. il 3,7% ha già deciso per l'estero vicino: traghetti, aerei o automobile
per una vacanza sul mare Mediterraneo (isole greche, Croazia, Corsica, Baleari);
c. l’1,1% si esalta parlandone: “l’Italia la conosco già”. “Ho già scelto una vacanza in un paese lontano, un lungo viaggio in aereo...”;
d. il 6,7% è felice, soddisfatto, ha scelto già di fare vacanze diverse, in camper, in campeggio, in Italia, comunque non in albergo: all’aria aperta;
e. gonfia il petto il 3% che ha già prenotato la crociera.

I componenti di questo gruppo di rispondenti afferma di non temere quello che è successo alla Costa Concordia: “abbiamo scelto la crociera perché non c’è paragone tra il comfort degli alberghi e quello delle navi”. Considerato che tra ‘decisi’ e ‘possibilisti’ a parlare di vacanze all’estero restano in pochi (l’8,3% del campione), a prima vista queste affermazioni significherebbero “crollo delle vacanze internazionali", con tagli clamorosi dei viaggi aerei rispetto al 2011 e soprattutto rispetto al 2007. Analizzando meglio quello che accade si scopre che le compagnie aeree non prevedono una diminuzione del fattore di carico e dei propri passeggeri. Anzi, alcune parlano di ripresa. Dobbiamo ritenere che non ci sarà alcun crollo della domanda di trasporto. Prevediamo delle contrazioni sul fronte delle uscite ai caselli autostradali, una ‘tenuta’ del movimento aereo, una minore domanda di charter verso le destinazioni esotiche lontane, più italiani decisi a fare vacanze ‘domestic’.

Vediamo ora il periodo di decisione della vacanza principale confrontandola coi dati del 2002. Il trend 2002-2012 è quindi il seguente:
- già in inverno (entro febbraio) 24,3% - 14,6% (-9,7)
- marzo - aprile 15,1% - 15,9% (+0,8)
- generico “dopo Pasqua” 16,8% - 19,2% (+2,4)
- giugno 14,2% - 18,6% (+4,4)
- luglio 7,5% - 14,7% (+7,2)
- all'ultimo minuto/quando conviene 19,5% - 11,8% (-7,7)
- non prenoto affatto 2,6% - 5,2% (+2,6).

Nel 2012 la quota di turisti che ha deciso e prenotato con largo anticipo (già entro febbraio) scende sotto il 15%:
 il 15,9% dice che le vacanze estive saranno prenotate entro fine aprile
 il 19,2% degli italiani prenoterà tra maggio e giugno
 il 18,6% prenota in giugno
 il 14,7% sceglierà ‘il dove’ nel mese di luglio
 quelli che restano (11,8%) decideranno all’ultimo minuto, in base alle occasioni che si presenteranno.

Dalle risposte ottenute, si può tracciare una prima previsione schematica
relativa ai periodi di vacanza preferiti nel 2012:
• aprile negativo o molto simile a quello del 2011
• maggio negativo per il turismo balneare, stabile per le città d’arte, affari e cultura
• giugno negativo per mare e montagna (meno famiglie e seconde vacanze)
• luglio neutro, critico o negativo (meno week-end e meno vacanze principali)
• agosto ottimo, ”pienone standard” di vacanze principali e ferie obbligate
• settembre neutro, insignificante dal punto di vista quantitativo.

L’automobile si conferma il mezzo preferito per andare in vacanza (69,1%), ma il treno registra un balzo in avanti (da 11,3% a 13,4%). Si contrae di 4 punti il numero degli intervistati che dichiarano di partire in aereo (nel 2002 era il 13,2%). Nella prossima puntata “dove gli italiani intendono (o hanno già deciso) trascorrere la vacanza principale”.


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