Da San Giovanni Rotondo sin giù alla piana di Manfredonia, nel segno della natura e soprattutto della fede. Una delle prime cantierizzazioni della ‘fase due’ del Parco Nazionale del Gargano parte col progetto (finanziato con 82mila euro attraverso la delibera presidenziale n.22012) di realizzazione del sentiero, lungo circa sei chilometri, che attraversa la cosiddetta “Valle dell’Inferno”, uno degli snodi importanti della Via Francigena, luogo in cui avvenne la conversione di San Camillo de Lellis. A consegnare atti e cartografie della progettualità al sindaco di San Giovanni Rotondo, Luigi Pompilio, è stato lo stesso presidente dell’Ente Parco, Stefano Pecorella.

Facendo tesoro delle indicazioni rivenienti dagli incontri bilaterali con le Amministrazioni comunali, supportate dagli uffici tecnici, ha subito cantierizzato talune idee spiegando che “le azioni previste nel progetto riguardano il ripristino della sede del sentiero, la realizzazione di piccoli tratti di palizzata per la messa in sicurezza della zona a monte del sentiero, la costruzione di tratti di staccionata per la messa in sicurezza della zona a valle del sentiero, la posa in opera di totem in pietra di edicole informative, di tabelle indicative, di picchetti segnavia e segnali su roccia e la creazione e stampa di materiale cartaceo informativo da distribuire a turisti e fedeli.

“L’area di intervento - ha precisato - si raggiunge mediante una viabilità comunale in parte asfaltata (San Giovanni-Ornale-Castellere), dalla quale si diparte il sentiero interessato dal progetto. Il sentiero da sistemare è ubicato nella parte sud-orientale del territorio del Comune di San Giovanni Rotondo, in località Castelliere-Valle dell’Inferno, ha una lunghezza di circa 6mila e 200 metri”. La valenza storica di questo intervento è rappresentata dal fatto che la mulattiera costituiva l’antica strada di collegamento fra San Giovanni Rotondo e Manfredonia (infatti, è catastalmente denominata Strada comunale San Giovanni-Manfredonia) oltre che dalla peculiarità che tale mulattiera era anche uno dei tratturi utilizzati per la transumanza verticale fra le zone pedemontana e montana del Gargano.

“La valenza religiosa - ha proseguito - è dovuta all’avvenimento di conversione che proprio in questi luoghi ha avuto come protagonista San Camillo de Lellis il 1575. Tale avvenimento, in particolare, ha fatto diventare questa valle un luogo di fede che, soprattutto nelle ricorrenze legate al Santo, attira moltissimi fedeli. Nella parte alta dei pianori sovrastanti (Chiancatra Avatra), inoltre, sono presenti i resti di antichi villaggi preistorici e insediamenti rupestri che non sono ancora stati indagati del tutto dagli archeologi. Nella scelta dell’area di intervento, oltre a considerare il valore naturalistico, storico e culturale, è stato considerato anche il valore religioso, valore molto importante per il Gargano visto soprattutto la presenza di San Pio da Pietrelcina e San Michele Arcangelo nonché di altri Santi che nei secoli hanno frequentato queste aree.

“Uno dei percorsi che riassume con particolare evidenza gli aspetti sia naturalistici sia storico-religiosi - ha aggiunto - è proprio l’antica mulattiera della Valle Dell’Inferno, uno dei più noti Valloni del versante meridionale del Gargano, un vero e proprio ‘canyon’ carsico nel quale è presente sia una vegetazione arborea e arbustiva rappresentativa della Macchia mediterranea sia quella flora rupestre che tanta attenzione ha suscitato nei botanici per gli endemismi e le peculiarità fitogeografiche (presenza di specie esclusive per l’Italia in quanto presenti solo sull’opposta sponda adriatica). Anche la fauna presenta valenze di interesse internazionale per la presenze del piccolo avvoltoio Capovaccaio e di numerosi altri rapaci (Lanario, Poiana, Gheppio, Grillaio) e altre presenze legate agli ambienti rupestri (Corvo imperiale, Passero solitario...).

“Da non trascurare - ha sottolineato - la valenza paesaggistica del sentiero e della zona dovuta: agli scorci panoramici sulle circostanti vaste praterie, sulla sottostante area pedemontana del Gargano, sul Golfo di Manfredonia e sulla pianura della Capitanata; ai millenari segni del contadino e del pastore garganico rappresentati dai muretti a secco eretti in difesa delle colture e per delimitare i pascoli; a casupole tipo trullo (‘pagghiari’ con annessi stazzi), masserie ancora attive, piscine e cisterne per la raccolta e la conservazione dell’acqua. La riqualificazione e la valorizzazione di quest’area, quindi, consentiranno di recuperare un antico e importante percorso storico oltre che tutelare i diversi tipi di habitat presenti grazie alla riqualificazione dell’accesso.

“Ritengo fondamentale per il Gargano - ha concluso - lo sviluppo del connubio tra fede e ambiente, aspetto che va rafforzato e amplificato attraverso un rapporto più stretto e sinergico fra Parco, Enti locali e Chiesa. Questo progetto non è un regalo, bensì un riconoscimento all’importanza spirituale e naturalistica di questa zona. Sin dal concepimento del progetto c’è stata la condivisione del sindaco di San Giovanni e di tutta l’Amministrazione che, insieme all’Ente, hanno compreso quanto fosse importante garantire nuove ‘chance’ di fruizione a pellegrini e turisti. Sono sempre più convinto che la fruizione del territorio attraverso nuovi servizi sia il miglior antidoto all’abbandono e all’abbattimento degli steccati fisici e di pensiero, nonché all’avvio della tanta auspicata destagionalizzazione turistica”.


Ufficio Stampa Parco del Gargano