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Puglia. Metti un trekking nella Valle degli Eremi

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Nell'entroterra del Gargano un'alternativa alle "solite" mete costiere. Antichi insediamenti, sperduti e solitari, tra le rocce. Tra Santa Maria di Pulsano e i siti che la circondano, un tour dove solo i falchi e le capre rompono il silenzio

Orchidee, capre, falchi, strapiombi e poi il silenzio. Qui il mare è una cornice cristallina che si tocca con lo sguardo. Gli eremi del Gargano, sperduti e solitari, sono incantevoli insediamenti tra le rocce della montagna sacra che mantengono ancora oggi quell’atmosfera mistica che li rende unici. Questa è una parte di quella Puglia fuori dal tempo, miniera archeologica che vanta una storia di culti e cammini religiosi – la via langobardorum  - dove tratturi, curve e tornanti a picco sul mare non appartengono più solo ed esclusivamente ai pellegrini e i devoti di san Michele: gli eremi del Gargano oggi sono di tutti, turisti stranieri, esperti di trekking, amanti delle vacanze alternative o viaggiatori eremiti.

La prima destinazione è l'Abbazia di Santa Maria di Pulsano, un posto unico al mondo dalle antiche tradizioni monastiche dove si ammira lo scenario mozzafiato del suo vallone, lungo oltre due chilometri e fatto di pareti rocciose alte fino a trecento metri che si affacciano sul golfo di Manfredonia. Per la sua storia e per quello che rappresenta dal 1997, anno in cui il complesso rinasce grazie all’insediamento dei monaci che attualmente lo gestiscono, l’Abbazia è diventata punto di rifemento di chi parte per perdersi nella sacralità naturale, tra visibile e invisibile. A nove chilometri dal Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, patrimonio Unesco nel 2011, è da sempre raggiunta dai fedeli del santo soprattutto a settembre – l’8 per la festa di Pulsano, dal 21 al 29 quando in paese è festa patronale – e l’8 maggio, giorno in cui per la chiesa si celebra la seconda apparizione dell’Arcangelo Michele, per le antiche tradizioni popolari coincide con il ciclo della transumanza, quando cioè i contadini e i pastori trasferivano le greggi dalle regioni più fredde alla Puglia, per usufruire del clima più mite. Le compagnie di pellegrini pugliesi e delle regioni vicine (Abruzzo, Molise e Campania) continuano ogni anno a percorrere gli stessi chilomentri a piedi, ma è anche vero che negli ultimi venti anni gli studi su San Michele si sono diffusi notevolmente coinvolgendo tutta l’Europa e le nuove sensibilità new age, dalla Francia alla Germania. “Qualcuno raggiunge l’Abbazia di Pulsano in auto – dice frate Efrem, uno dei monaci di Pulsano - ma il viaggio da fare per arrivare qui è lento, a piedi lungo tornanti e tratturi”. E’ un viaggio interiore dove gli unici suoni che si ascoltano sono quelli dei campanacci delle vacche podoliche e dei falchi che sfrecciano tra le rocce. L’accoglienza qui è garantita se si partecipa e si condivide la vita monastica, anche solo per uno o pochi giorni: lectio divina, incontri di studi e analisi del testo biblico, attività liturgiche con rito bizantino-latino, ma anche la pulizia dell’erba e i lavori di tutti i giorni.

Nella letteratura cristiana ma anche nelle migliori guide turistiche, il Gargano è il monte simbolo di sacralità, riscoperto negli ultimi anni anche da centinaia di escursionisti esperti e igers (utenti di Instagram, il social network dove si condividono scatti fotografici). Conquista il paesaggio, conquista la pace che regna sovrana e che metti in valigia - o meglio nello zaino - prima di tornare a casa, perché è impossibile dimenticarla.

Accompagnati da frate Efrem o da una guida locale esperta, si può attraversare il vallone di Pulsano partendo rigorosamente in silenzio e con la massima concentrazione, sia per rispettare la nidificazione dei rapaci, sia per la difficoltà del percorso. “Il dialogo inizia solo quando si raggiunge l’eremo del Mulino – racconta Giuseppe Rignanese, archeologo e autore degli scatti – sotto i piedi non c’è un sentiero comune, ma gradini rocciosi che appaiono e scompaiono. Sicuramente non è una passeggiata perché in alcuni tratti ci si arrampica, è un percorso vertiginoso dalla difficoltà media che necessita di buon senso d’orientamento, ma che gratifica la vista e lo spirito”. L’Eremo del Mulino è la prima piattaforma isolata che si incontra. “Ha due larghi spiazzi, una piccola cappella e affreschi del 600-700 e non medievali”, specifica l’archeologo. C’è una macina in pietra perché con ogni probabilità veniva usato per macinare il grano o per la lavorazione di erbe aromatiche per infusi e olii essenziali. Questo è il luogo dove ci si ferma per riposare, una pausa in contemplazione con la natura. “Credo che sia uno dei momenti più emozionanti dell’escursione: siamo immersi nella roccia che in questo punto ha tutte le sfumature della terra, dal nero al rosso. Tutt’intorno, sulle pareti, ci sono solo decine di capre che si muovono su piccole sporgenze rocciose grandi poco più di venti centimetri, inoltre si tratta di un patrimonio botanico e naturalistico straordinario fatto di piante dalmatiche e orchidee selvatiche”. Il Gargano conta infatti ben 90 specie di orchidee spontanee di specie diverse (sul sito si possono prenotare visite guidate).

Il cammino dal Mulino porta allo Studion – dal greco Studio - grotta rupestre molto più antica rispetto al Mulino, e quindi più semplice, ma che riserva una bellissima sorpresa che contribuisce a rendere questo trekking sempre più mistico: la presenza di acqua. “Più che una sorgente – spiega Rignanese - è una vasca scavata nella roccia che raccoglie l'acqua che cammina all'interno della montagna e che percola lentamente. Qui non ci sono sorgenti naturali ma solo fenomeni di faglie sotterranee, e probabilmente questo rende l'acqua ancora più preziosa e fa pensare al culto salvifico delle sorgenti. Per tutto questo si tratta di un trekking eremitico ancor prima di essere naturalistico e culturale”. Il percorso prosegue verso l’Eremo cosiddetto delle Carceri, affascinante ma praticamente accessibile solo per chi è pratico di arrampicate sportive. Da qui si risale verso Coppa La Pinta, la collina che sovrasta la valle degli Eremi al di là del monastero.

Sul sito dell’Abbazia si possono consultare gli eventi in programma e prendere i contatti per organizzare il proprio viaggio nel vallone di Pulsano.

repubblica.it








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