Gli ultimi ritrovamenti sono venuti alla luce nei giorni scorsi in contrada Stamborlando,  grazie alla continua opera di indagine e ispezione dei luoghi, esercitata con competenza e premura dall’appassionato di archeologia nonché esperto conoscitore dei sentieri garganici, Franco Vaira. Per la precisione sono stati rinvenuti dei graffiti  di epoca assai risalente raffiguranti barche e altre immagini legate al mare, a riprova di come anche in epoca protostorica la vicina costa di Macchia esercitasse una grossissima influenza sui primitivi abitatori del Gargano che traevano dal mare sostentamento ed utilità grazie alla pesca nel vicino Golfo di Manfredonia da sempre molto pescoso. In una delle sue tante passeggiate, Franco Vaira, appassionato di escursionismo, mentre percorreva una delle tante vallate di Monte Sant’Angelo, si è imbattuto in una grotta del tutto particolare proprio a valle della contrada Stamborlando, dove nei mesi scorsi sono venute alla luce altre testimonianze archeologiche, per la precisione resti di una fortificazione ed una chiesetta, prove una volta di più che la montagna del Sole era in epoca preistorica e protostorica frequentatissima dagli abitatori del Gargano per la sua valenza cultuale e diremmo oggi sacra.

Questa volta, come detto, sono stati rinvenuti, in una grotta, immagini incise raffiguranti, fra le altre cose, delle imbarcazioni a vela, segno forse, oltre che della propensione alla pesca dei primi abitatori della Montagna del Sole, anche del fatto che in epoca protostorica il Gargano fu meta finale di popoli migranti che giungevano dall’altra sponda dell’Adriatico grazie ad imbarcazioni che trasportavano coloni greci o illirici, portatori di un’altra civiltà che sarà destinata a caratterizzare la storia del Gargano e della Puglia e diciamo anche dell’intero meridione d’Italia. Questo il resoconto testuale della scoperta effettuata da Franco Vaira. “Mentre percorrevo una delle vallate di Monte Sant’Angelo mi sono imbattuto in una grotta particolare. Colto dalla curiosità sono entrato e al suo interno ho rinvenuto una serie di graffiti incisi su una parete, raffiguranti numerose barche a due e tre alberi; in un punto particolare, ho notato delle incisioni di figure geometriche, che ad una prima occhiata danno l’impressione di rappresentare tre piramidi allineate. La grotta in questione è grande circa 70 mq, un rinvenimento interessantissimo che si spera possa essere studiato e analizzato da qualche esperto competente in materia che voglia sciogliere ogni dubbio sulla datazione di quanto rinvenuto oltre che sul suo significato. In fondo alla grotta, oltre alla tante nicchie ricavate nella parete - continua sempre Vaira - si nota una figura antropomorfa in rilievo, raffigurante una testa umana di dimensioni di 20 cm per 12 cm; in un’altra parte si notano, invece, delle vasche di pietra, intonacate con l’argilla, tra cui una particolare reca su un lato una figura, realizzata in rilievo, che fa dubitare se si tratti di una croce o di una spada”. Franco Vaira confida nelle autorità competenti affinchè vogliano prendere in considerazione queste nuove scoperte e per tal motivo si mette completamente a disposizione per eventuali sopralluoghi. Tutto ciò dimostra come la nostra terra sia piena di tesori nascosti, che attendono solo di essere scoperti e studiati.

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