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Le Fracchie a San Marco in Lamis

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Mancano pochi giorni all'appuntamento con uno dei riti più suggestivi della settimana santa, la procesione delle Fracchie. Vi riproponiamo una breve ricerca del compianto GABRIELE TARDIO, storico e studioso delle tradizioni locali.

Troppi negli anni hanno scritto "fantasie" sull'origine della tradizione delle fracchie e sull'etimologia del termine, ognuno ha cercato di trovare una giustificazione alle proprie argomentazioni.

Alcuni, invece, non hanno voluto porsi interrogativi sulla conoscenza perfetta dell'origine e della storia della processione con le fracchie perché certamente distruggerebbe o almeno attenuerebbe il fascino che la processione conserva così com'è oggi, innestata nella leggenda.Altri studiosi, invece, si sono astenuti dal fare disquisizioni storiche e etimologiche per la mancanza di notizie certe, e tra questi il Soccio: "Tu non chiedermi, o mio svagato viaggiatore, rabberciate notizie di etimo che potrebbe fornirti qualche saccente persona del luogo per nascondere un vuoto d'animo dietro appariscenti ma piatte notizie di tradizioni, di leggende o di storia. Queste ottusità si addicono a chi nulla sente o sa sentire...".Ma è troppo "bello" e "affascinante" inserire l'aspetto mitologico e di culti pagani in una tradizione che è molto popolare e "quotidiana". Nessuno ha mai voluto vedere la spontaneità nell'esprime la propria fede degli umili contadini e laboriosi artigiani nell'usare strumenti, in questo caso fiaccole, e ritualità povera. Non so se c'è un residuo di paganità e ritualità popolare preistorica, questo esula dal mio compito di ricercatore, non essendoci documenti storici in tal senso non è possibile fare simili affermazioni e sarebbe troppo arbitrario farle. Si potrebbe fare una similitudine o una ricerca antropologica, ma sarebbe difficile, se non impossibile, scremare tutte le stratificazioni culturali che nei secoli si sono avute nell'animo popolare e le eventuali limitazioni date dalle autorità civili e religiose.

Per fare una storia della processione della Madonna Addolorata con le fracchie bisogna partire dalla necessità del popolo sammarchese di illuminare l'oscurità della notte per le normali necessità di vita personale, civile e religiosa. In altre ricerche ci siamo soffermati sull'uso del fuoco nelle varie epoche del lungo percorso della storia umana e sulle caratteristiche delle varie tecniche di illuminazione. L'uso di torce o lampade alimentate dalla cera d'api, da resine o catrame vegetale, da grasso animale o vegetale, erano sempre un "lusso" che non tutti si potevano permettere. La povera gente ha usato molte tecniche per la realizzazione di torce utilizzando materiale legnoso o erbaceo spontaneo. Nella ricerca mi sono appassionato e ho scoperto i moltissimi modi che le varie popolazioni hanno usato o usano per realizzare torce o fiaccole con materiali vegetali con una buona durata e una buona resa di illuminazione. Ogni popolazione si è adattata alle piante che aveva a disposizione realizzando sia sistemi molto semplici che ingegnosi per realizzare questi economici sistemi di illuminazione nelle normali attività "civili". Diverse volte queste fiaccole sono state utilizzate anche per processioni, pellegrinaggi e altre iniziative religiose realizzate in orari notturni.

Nel documentare l'uso di fiaccole chiamate fracchie durante la vita quotidiana si ha la prima notizia nello statuto dell'Università de Santo Marco in Lamis5 pervenuto a noi in una copia seicentesca ritrovata nell'archivio comunale.6 Gli statuti dell'Universitas Sancti Marci in Lamis sono due, uno del 1360 e l'altro del 1490. Dalla lettura dei testi si scopre che venivano regolamentati molti aspetti della vita pubblica sammarchese, si hanno ampi squarci sulla gestione delle attività collettive e alcune notizie storiche e geografiche del territorio. Nello statuto del 1490 è regolamentato, tra l'altro, l'uso dell'illuminazione notturna per chi dovesse girare per il paese. Era vietato girare per il paese senza fracchia o segno di lume dal suono della campana della sera fino all'alba, e poteva bastare un lume fino a sei persone e una fracchia fino a dieci. Come fossero costruite o realizzate queste fiaccole o lumi non ci è dato sapere, ma possiamo dire che la fracchia doveva essere una fiaccola medio-grande che serviva per illuminare e permetteva ad un gruppo di dieci persone di poter girare nel paese di notte, mentre il lume doveva essere una fiaccola, o altro strumento di illuminazione, più piccola perché basti uno lume a sei persone per girare nel paese. L'uso di girare con fiaccole, lanterne o altro lume è stato in uso fino agli albori dl XX sec. quanto sono stati montati i primi lampioni pubblici, mentre fino alla fine dell'800 c'era solo l'illuminazione notturna pubblica al posto di guardia.

Nelle processioni serali e notturne i devoti portavano torce o altri sistemi di illuminazione, solo in alcuni casi portavano candele di cera. In diversi statuti di "compagnie" e "confraternite" sammarchesi si parla espressamente di processione serali con torce e/o fracchie. Le processioni e altre manifestazioni di fede serali con fracchie o altri sistemi di illuminazione è documentato in molte occasioni.8 L'uso di fracchie nelle processioni della Settimana santa è molto documentato. Le fracchie nell'ottocento sono attestate anche da una relazione di Polizia sulle sacre rappresentazioni a San Marco in Lamis.9 Come resoconto poliziesco risulta molto colorito, ma rende bene l'idea di come era strutturata la Settimana santa anche con le processioni notturne e le fracchie ...Ci sono tante processioni, sbucano da tutte le strade in tutti i momenti con statue, cartoni, cuscini e pure fiaccole accese che riempiono l'aria di fumo e di carboni per terra... La citazione dei cartoni in questo documento e in altri testimoniano la presenza dei cartoni dei misteri poi diventati "lampioncini" nella processione attuale. La tradizione delle statue dei misteri era ed è molto diffusa in tutto il meridione d'Italia.

Nell'ottocento la processione del Giovedì, santo della visita dei sepolcri fatta dalle varie confraternite con le fracchie, i cartoni dei misteri e la statua della Madonna Addolorata aveva un suo specifico rituale con canti per le strade, prima di entrare e uscire dalle chiese, prima del Miserere e davanti alla statua dell'Addolorata. La processione della visita dei sepolcri il giovedì santo a sera veniva fatta da tutte le confraternite o congreghe con la statua o immagine della Madonna Addolorata e con le fracchie accese. Da una risposta alla visita canonica del 1872 fatta da mons. Geremia Cosenza si evincono le doglianze del Capitolo dei canonici sammarchesi per aver il Vescovo vietato alcune pie devozioni, tra i divieti c'è pure quello di fare le processioni della visita dei sepolcri con le fracchie accese.

Nel 1873 il Vescovo di Foggia notifica ai padri rettori delle Confraternite di San Marco in Lamis le disposizioni circa la processione della visita dei sepolcri il Giovedì santo. Il testo è molto importante per capire l'evolversi delle processioni del giovedì e venerdì santo. Da questo momento la processione con le fracchie e con i cartoni dei misteri non viene fatta più da tutte le confraternite sammarchesi ma solo da quella della Vergine Maria SS. dei sette dolori13 che il giovedì sera iniziava la visita ai sepolcri che poi continuava il venerdì mattina...

Gabriele Tardio

sanmarcoinlamis.eu









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