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Monte Sant'Angelo, Pulsano: si torna a pregare dove vivevano gli anacoreti

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Dopo secoli di silenzio si sentirà nuovamente pregare fra le rocce degli eremi di Pulsano, anche se solo per un giorno. Fra le rupi scoscese e le rocce nude della valle Campanile lì dove un tempo insieme ai suoni della natura si ascoltavano i canti dei monaci eremiti, sarà celebrata la prima messa. Nell’Eremo Studion, uno dei più spettacolari e suggestivi dello straordinario complesso degli eremi pulsanesi, la funzione verrà celebrata dal parroco della Cattedrale di Manfredonia alle ore 10.00 di domenica 10 novembre 2013. L’eremo è stato recentemente salvato dal crollo definitivo con una “catena umana” di volontari che hanno trasportato a mano le pietre ed i materiali necessari al restauro. L’iniziativa è organizzata dal gruppo della Cattedrale di Manfredonia detto “I camminatori nella luce”, formatosi a seguito dell’amicizia nata tra i volontari intervenuti nel restauro dell’Eremo Studion, realizzato dalla Pro Valloni Garganici Onlus di Manfredonia. Nonostante il 1° posto ottenuto con 34.118 segnalazioni, tra i Luoghi del Cuore censiti dal FAI, gli Eremi dell’Abbazia di Pulsano sono ancora in stato di abbandono, come del resto la stessa Abbazia fu salvata da un progressivo degrado e un processo di grave depauperamento artistico, a causa di furti di ignoti e atti vandalici. Anche qui un pugno di volontari dal 1990 iniziò la lenta e difficile opera di recupero per sottrarla al disfacimento completo. Nel 1997, la chiesa abbaziale è stata riaperta al culto pubblico e vi è stata fondata la comunità monastica di Pulsano.

L’eremo Studion, forse dedicato a S. Teodoro Studita, si presenta con più vani scavati nella roccia e un altro ricavato con muratura appoggiata ad una preesistente cavità naturale. Una cella rocciosa con volta forata da un lucernario mostra una serie di volti di angeli affrescati; in un’altra grotta è affrescato un santo eremita orante in ginocchio che riceve il cibo da un uccello: probabilmente Sant’Elia, profeta dell’Antico Testamento considerato precursore della spiritualità monastica, o S. Paolo eremita, discepolo di S. Antonio abate. La suggestione del luogo come del resto tutto il complesso dei 24 eremi finora censiti riporta l’immaginazione nei luoghi dove per primo si affermò il misticismo eremitico, come la Cappadocia, la Siria, il Sinai.

L’iniziativa è aperta a tutti.

Luogo di raduno

- Da Manfredonia: Chiesa di San Giuseppe, quartiere “Monticchio” a nord di Manfredonia, con partenza alle ore 7.30, max 7.45 alla volta di Monte Sant’Angelo. Coloro che sono senza automezzo dovranno comunicarlo preventivamente all’organizzazione, per aggregarsi con altri dotati di auto.

Percorso alternativo da Manfredonia, molto sportivo ed impegnativo: incontro alle ore 7,15, presso la Chiesa di San Giuseppe e da qui inizio del camminamento a piedi alla volta del Vallone di Pulsano, fino all’Eremo di San Giovanni da Matera e poi, salendo, fino all’Eremo Studion. Il gruppo che seguirà questo percorso, molto impegnativo, adatto a persone in ottima forma e pronti a piccole "scalate" é guidato da Michele Spagnuolo

- Da Monte Sant’Angelo: parcheggio di fronte il Castello e partenza con propri automezzi, alla volta del luogo da dove inizierà il camminamento verso l’eremo Studion, alle ore 8,15-8.30 max.

Requisiti

Buone condizioni di salute e familiarità con il camminamento.

Dotazione

Scarpe da trekking o equivalenti (scarpe da ginnastica con suole lisce sono assolutamente sconsigliate), cappellino, acqua (1 litro), zucchero in bustine e piccola colazione.

La Santa Messa presso l’Eremo Studion si celebrerà alle ore 10.00.

Ulteriori informazione e prenotazioni ai seguenti recapiti:

- 3400742966 (Angelo Torre)

- 3382521634 (Mimmo D'Ascanio)

- 3405628478 (Michele Spagnuolo)

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EREMI E ANACORETI: LA CRISTIANTA’ ORIENTALE E LATINA SUL GARGANO (PULSANO)


Nei dintorni dell’abbazia di S.Maria di Pulsano (a 8 km da Monte S.Angelo)si trovano gli Eremi di Pulsano taluni ubicati su luoghi davvero inaccessibili. Su questi colle solitari, solcati da dirupi e burroni,in un ambiente aspro e arido, monaci eremiti, anacoreti e cenobiti, orientali e latini, si sono radunati fin dal VI secolo per vivere, all'ombra del Santuario di Monte SAngelo , una vita di ascesi e di contemplazione.
Successivamente il pontefice e monaco Gregorio Magno li inquadrò nell’ordine di S. Equizio, legato alla famiglia Anicia cui S. Gregorio Magno apparteneva. Questi monaci eremiti parlavano latino e greco e la loro liturgia e spiritualità erano spiccatamente "greche". Sono da annoverare a tal proposito le numerose tracce di graffiti e la pergamena ormai nota come Evangelo di Pulsano.

Essi in alcuni casi sono costituiti da una semplice grotta, lungo la parete scoscesa del fianco del vallone, in altri invece da piccole costruzioni solitarie su dirupi impervi. Gli eremiti che abitavano queste celle erano senz’altro in comunicazione tra di loro, dal momento che alcuni di questi eremitaggi erano dedicati alla vita comunitaria (di culto e di abitazione) e al lavoro collettivo (un eremo era adibito a mulino); inoltre i vari eremi sono collegati da una rete viaria di sentieri e scalinate, nonché da una vera e propria “rete idrica” di canali scavati nella roccia per convogliare le acque in cisterne, terrazzamenti e singole celle. In pratica un “villaggio monastico” decentrato rispetto all’Abbazia di S.Maria di Pulsano di fondazione successiva, che rispecchiava la comunità eremitica nata in Egitto intorno a S. Antonio.

Al primo periodo eremitico segue quello cenobitico, nel 912 il monastero primitivo e gli eremi passano sotto l’ordine cluniacense, dal 994 al 1049 l’abbazia è retta da S.Odilone di Cluny e l’ordine stanziato sul Gargano tra XI e XII secolo raggiunse la massima espansione, distinguendosi tanto sul piano dell’azione religiosa e culturale, quanto su quello politico-sociale. I luoghi prescelti per questi insediamenti facevano parte di un organico disegno di politica territoriale, nell’orbita della sacralità della montagna custode degli eventi legati all’Arcangelo.
Le incursioni saracene fra il X e XI secolo sulle coste adriatiche causano comunque un fase di decadenza del primitivo monastero.

Nel 1129 San Giovanni Abate da Matera fonda una famiglia monastica autonoma, l’Ordine degli Eremiti Pulsanesi, detti anche gli “Scalzi”, i quali rifacendosi rigidamente alla regola di San Benedetto e alla tradizione monastica orientale già presente in tutta il meridione, Intorno al 1128 potrebbe collocarsi la costruzione della chiesa attuale dell’Abbazia utilizzando per abside una grotta, recuperando il sito di un probabile antico insediamento di monaci di sant’Equizio. I Pulsanesi ebbero in questo monastero garganico e nei suoi eremi la loro Casa Madre, da cui dipesero circa 40 monasteri, sparsi non solo in Puglia ma anche in Italia centrale e settentrionale e oltre l’Adriatico come le chiese di Hvar e Miljet in Croazia, e le chiese di S. Giacomo Maggiore a Barletta, S. Michele degli Scalzi a Pisa e Pavia, S. Clemente a Casauria (Pescara), S. Maria di Vallebona (Isernia) in Italia.

Nel 1177 papa Alessandro III che le fonti attestano a Siponto e poi a Vieste . Numerosi sono i documenti che ne raccontano la storia. Dalla Bolla di Papa Alessandro III, datata Vieste 9 febbraio 1177, che stabilisce come , a Pulsano sarà osservata la vita monastica ed eremitica, a quella dell'imperatore Federico II, datata Foggia maggio 1225, con cui il sovrano conferma i privilegi e i possedimenti del protomonastero di Pulsano. Altre testimonianze sono quelle del pontefice Niccolo IV, che nel 1291 concedeva l'indulgenza a coloro che nella festività di Maria visitavano i monasteri pulsanesi, di papa Onorio III.

i Pulsanesi prima e in seguito i monaci Cistercensi, i Domenicani, i Francescani e i Celestini fino alla soppressione da parte di G. Murat nel 1807. Segue un periodo di .assenza monastica, ma di presenza del popolo cristiano. Il decadimento e l'abbandono in questi ultimi decenni ha visto il sacrilego furto della Icona della Madre di Dio di Pulsano, dipinta nel secolo XI, di statue, capitelli, suppellettili e arredi sacri.

In questo luogo, per secoli, uomini alla sequela radicale di Cristo si dedicarono totalmente alla contemplazione e all’ascesi, nella vita cenobitica e specialmente in quella eremitica: sopra questi spuntoni rocciosi e in queste valli, vero santo deserto monastico, oltre all’abbazia sono disseminati ben 24 eremi (quelli finora censiti) con celle e luoghi di culto e di lavoro, alcuni persino affrescati, collegati tra loro da una rete di stradine e sentieri scoscesi.

Dall 1990, grazie all’opera del volontariato prima, e successivamente dei monaci, qui di nuovo presenti dal 1997, l’abbazia è oggi rinata a nuova vita. La nuova comunità monastica di Pulsano, di diritto diocesano, è birituale, latina e bizantina, come spontaneamente si raccolse intorno alla figura di S.Gregorio Magno, ed oggi legata gerarchicamente alla arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-S.Giovanni Rotondo e all’Eparchia (diocesi cattolica di rito bizantino) di Piana degli Albanesi, in Sicilia.

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