Quella della carne di capra cotta all’acqua e sale di Rignano Garganico, sicuramente è la sagra più originale e partecipata dell’intera Montagna del Sole. Lo è per vari fattori.

Primo tra tutto, perché costituisce il piatto più saporito della stagione estiva ed è strettamente legato alla natura dei luoghi e degli animali. La capra di Rignano, come risaputo, appartiene alla pura e protetta razza garganica, di recente reintegrata alle Isole Tremiti. Ed ora passiamo alla sagra. Quest’anno corre il XXV compleanno, che sarà festeggiato in pompa magna. Ad assicurarcelo, sono quelli della Pro Loco, guidata dall’instancabile Paolo Lizzadro, “lu santmarchese”. Lo è ‘per modo di dire’, perché è rignanese a tutti gli effetti, , per via della sua annosa residenza e perché qui è coniugato con prole. Come nel passato, la manifestazione odierna avrà luogo all'aperto, domenica 12 agosto, con inizio alle ore 19,00, in Largo Portagrande, all'ombra della torre baronale, di origine bizantina e dell'annesso centro storico e castello medievale. La festa - come ricorda Lizzadro – è una classica gastronomica nota, riconosciuta e sostenuta da molti anni , oltre che dalle aziende del settore, soprattutto dagli Enti pubblici (Regione Puglia, Parco Nazionale del Gargano, Amministrazione provinciale di Foggia e Comune di Rignano).

Il maggiore merito, tuttavia, va alla Pro Loco, il cui impulso promozionale ed organizzativo è rimasto inalterato durante l’intera esistenza. Infatti, l’Associazione che poggia la sua forza esclusivamente sul volontariato, nonostante il passaggio di mano in mano della sua presidenza, non ha mai dimenticato di rinnovare nel corso di questi anni la suddetta e riuscita iniziativa gastronomica e nel contempo ecologica, considerata sin dall'inizio, assieme all'ormai dimenticata "estemporanea di pittura" sui beni culturali, un vero e proprio "fiore all'occhiello" del suo programma promozionale. Infatti, la sagra non ha lo scopo soltanto di mangiare e di far mangiare, a prezzi stracciati di effettivo costo, un piatto tipico dell'arte culinaria del luogo, ma di incitare gli allevatori del Gargano a produrre sempre di più e meglio una razza animale, che è in via di estinzione, a causa della sua scarsa redditività. Tanto, come sta accadendo pure per una speciale razza bovina, la podolica pugliese, che si tiene in vita, grazie all'allevamento allo stato brado, portato avanti da alcune aziende volenterose. Perché di questi tempi?

Sicuramente - a quanto si è appreso - l'iniziativa predetta non rientra tra le tante, promosse e organizzate nelle varie "estate" locali, quali sintomatici "specchietti per le allodole" per richiamare turisti o patiti di forchette, ma perché solo nei mesi di luglio - agosto la carne di capra è commestibile e saporita. Lo è per due precisi motivi. Il primo sta nel fatto che l'animale non è più in calore, nè fecondabile, l'altro perché si ciba esclusivamente dell'odoroso "sarapugghje" o timo garganico, l'unica erba che resiste alle massime temperature e all'arsura dell'estate,come quella attuale,e che cresce tra le rocce più impervie della zona; zona che solo le capre conoscono a menadito. Riprendendo il discorso di cronaca, c' è da aggiungere che a dare gusto al piatto c'è anche il tipo di cottura e le spezie adoperate per insaporire il tutto. Ma su questo vige il più completo "Top Secret" da parte degli organizzatori. Si sa soltanto che il lesso viene fuori dopo molte ore, cucinato in grosse pentole alimentate a lento fuoco. Durante la degustazione, i commensali potranno ascoltare brani di buona musica e canzoni del migliore repertorio nazionale. La manifestazione, come accade spesso di questi tempi, si chiuderà con il “botto” finale ossia con i fuochi d’artificio.

Buon appetito!

di Antonio Del Vecchio

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